sabato 11 novembre 2023

Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI

                                                                   LIBRI PER NATALE 2023









LE CARCERI NELLA NUOVA REALTÀ ITALIANA

Carceri della Vicaria a Napoli

Il carcere è un covo guasto e corrotto, dove, chi non muore, ci si guasta e corrompe ogni giorno un poco. Questo puzzo di sudiciume, questi miasmi che emanano dalle latrine e che si spandono in questi tetri stanzoni, sono letali.
Così accade del carcere. A che vale descrivere gli orrori se non posso farveli sentire? A che serve descrivere il buio, la mancanza dell'aria, il volgare conversare dei carcerati, il puzzo delle latrine, dei fetidi fiati, delle sozzure d'ogni specie, del calore soffocante, del vociare insolente dei carcerieri, dei maltrattamenti ch'essi si credono in diritto di farvi ?
Ma l'uomo onesto, l'innocente, il disgraziato che è stato menato in carcere sia per la iniquità, sia per la balordaggine di un giudice, e che dal seno della sua famiglia, donde è stato strappato, si vede ad un tratto gettato in una sentina di vizii, in mezzo a gente che gl'ispira ribrezzo, a malfattori che gli fanno orrore , a uomini perduti che più delitti hanno perpetrati e più ammirazione vogliono ispirare
La raffinata barbarie colla quale son trattati i carcerati nel felice regno d'Italia ?
il carcerato non può vedere la sua famiglia, che mediante un permesso, il quale non può essere rilasciato che due volte al mese.

Correva il mese d'agosto dell'anno secondo della nostra rigenerazione , di Cristo 1862. Erano le 2 p . m .
I detenuti, quale leggendo, quale sonnecchiando, quale ti- rando moccoli, stavano tutti facendo il chilo sui rispettivi letti. Ecco tutto ad un tratto un batter di cancelli, un correre, un gridare, un minacciare, un diavolio da non credersi. Che è, che non è: era un povero detenuto che faceva di riparare nella prima stanza che trovava aperta, e quattro manigoldi, due dei quali armati di staffili, uno d'un mazzo di chiavi, e l'ultimo della daga sguainata, che lo inseguivano furibondi, minacciosi, terribili. L'infelice correva,  si voltava, piangeva, si contorceva di spavento, e quando non ebbe più dove fuggire cadendo sulle gi nocchia, Per pietà in nome di Maria Santissima si dette a gemere non m'uccidete: ho due figli .... poveri figli miei! Le grida strazianti di questo sfortunato erano soffocate non più dalle minacce nè dalle bestemmie de' carcerieri, ma dai colpi loro. Gli staffili, rompendo l 'aria fischiando, andavano a lacerare la pelle del collo e della faccia di quell' infelice prostrato ; il sangue schizzava sul muro e vi gocciolava, e quelli a dare senza misericordia in testa, in faccia, in' petto, sulle spalle, da per tutto. Era orribile quel misero non piangeva più! non pregava più cade a, pareva che spirasse. E tuttavia a dargliene ancora, a dargliene sempre, aggiungendo a' colpi, i calci co' loro tacchi ferrati. Non era un uomo aggredito da quattro assassini; era un agnello che sanguinava fra le zampe di quattro lupi. I detenuti spettatori di questa scena di sangue atterriti, indignati, tremanti, non osavano fiatare.


                          Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI



                          Anche la chiesa non fu esente dal massacro 

🏴‍☠️Arista Ferdinando (parroco) di Castelnuovo (Abruzzo Ultra II), arrestato e ucciso il 18/9/1861, accusato di connivenza con i briganti

Marino Angelo (parroco) arrestato nella sagrestia della Chiesa Parrocchiale nell’atto di cele braire la messa nell’aprile 1861



                          Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI

14 agosto 1861 
I bersaglieri entrano a Pontelandolfo (oggi provincia di Benevento). L’ordine del generale Cialdini è di non lasciare “pietra su pietra”. Lo eseguono.

il bersagliere margolfo


Brani tratti dal diario del bersagliere margolfo

"Al mattino del mercoledì, giorno 14, riceviamo l’ordine superiore di entrare nel comune di Pontelandolfo, fucilare gli abitanti, meno i figli, le donne e gli infermi, ed incendiarlo. Difatti un po’ prima di arrivare al paese incontrammo i briganti attaccandoli, ed in breve i briganti correvano davanti a noi. Entrammo nel paese: subito abbiamo incominciato a fucilare i preti ed uomini, quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato l’incendio al paese, abitato da circa 4.500 abitanti. Quale desolazione! Non si poteva stare d’intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti, e chi sotto le rovine delle case.


Noi invece durante l’incendio avevamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava, ma che fare? Non si poteva mangiare per la gran stanchezza della marcia di 13 ore: quattordicesima tappa. Fu successo tutto questo in seguito a diverse barbarie commesse dal paese di Pontelandolfo: sentirete, un nido di briganti, e la posta la svaligiava ed ammazzava la scorta, fra i quali l’ultima volta che svaligiarono la posta era scortata da 8 uomini, e pure perirono i 8 soldati, lo stesso fu per il postione e conduttore, e lasciarono in balia cavalli e legno.
Prima di questo poi era successo un caso molto strano al paese: essendo di passaggio in perlustrazione, una compagnia ha pernottato in una chiesa, ed era piena di paglia; i soldati molto contenti col dire: “Questa notte riposeremo un poco”.
Come sia stato, i paesani volerono la sentinella senza il minimo rumore, e l’hanno squartata, tagliata a pezzi, e diedero fuoco alla paglia da un buco di loro conoscenza, quindi che hanno fatto questi poveri soldati? la figura precisamente che facevano adesso loro: abbrustolire dentro. Proprio quale barbaro paese fu questo Pontelandolfo, ma ora si è domesticato per bene.

Mai io potrò esprimere i sentimenti che mi invasero in presenza di quella città incendiata… vie abbandonate, a destra e a sinistra le case erano vuote e annerite : si era dato il fuoco ai mobili ammucchiati nelle stanze terrene e le fiamme avevano divorato i tetti. Dalle finestre vedevasi il cielo… Poi mi fu vietato di progredire: gli edifici, puntellati, minacciavano di cadere ad ogni istante. Soltanto tre case furono risparmiate per ordine superiore; soltanto tre case in una città di cinquemila abitanti! Chi può dire il dolore di quella città?»
« Mi trassero innanzi un gentiluomo, il Signor Rinaldi, e fui atterrito. Pallido era, alto e distinto nella persona, nobile il volto, ma gli occhi spenti lo rivelavano colpito da una calamità superiore ad ogni umana consolazione. Appena, appena osai mormorare che non così si intendeva da noi la libertà italica. Nulla chiedo, egli disse. E ammutolimmo tutti. Avevo due figli, il primo avvocato e l’altro negoziante. Entrambi quei giovani avevano vagheggiato di lottare per la libertà del Piemonte, e all’udire che approssimavansi i Piemontesi, cosi si chiama nel paese la truppa italiana, correvano festosi ad incontrarli. Ma la truppa procede militarmente. E i due Rinaldi sono presi, forzati a riscattarsi. Poi, tolto loro il danaro, sono condannati a immediata fucilazione. L’uno cadde subito morto, l’altro viveva ancora con nove pallottole nel corpo. L’infelice perì sotto il decimo colpo tirato alla baionetta (moto di orrore in aula). Rinaldi possedeva due case, e l’una di esse spariva tra le fiamme, e appena gli uffiziali potevano spegnere l’incendio che divorava l’altra casa. Rinaldi possedeva altre ricchezze, e, gli erano rapite; aveva altro… e qui devo tacermi, come tacevano davanti a lui tutti i suoi conterranei. Quante scene di orrore! Qua due vecchie periscono nell’incendio, là alcuni sono fucilati. Gli orecchini sono strappati alle donne. I saccomanni frugano in ogni angolo.. Da lontano si vede l’incendio di Casalduni come se l’esterminazione non dovesse avere limite alcuno".


  • furono uccisi:
  1. 🏴‍☠️Barbieri Raffaele di Pontelandolfo di anni 34  ucciso e seppellito nella chiesa della SS. Annunciata.
  2. 🏴‍☠️Biondi Concetta di Pontelandolfo di anni 18  morta uccisa dopo essere stata violentata nella propria casa nel giorno del Incendio e seppellita nella chiesa della SS. Annunciata
  3. 🏴‍☠️Biondi Francesco di Pontelandolfo di anni 45  ucciso nella propria casa e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata
  4. 🏴‍☠️Biondi Nicola di anni 60 ucciso in mezzo alla strada in tempo del Incendio e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata.
  5. 🏴‍☠️Ciaburri Giuseppe di Pontelandolfo di anni 89  bruciato nelle fiamme della propria casa nel giorno del Incendio
  6. 🏴‍☠️D'Occhio Libero-Rocco figlio del fu Giuseppe, ed Angela Guerrera di Casalduni di anni 50 è stato ucciso qui in Pontelandolfo, e  sepolto nella chiesa della SS. Annunciata
  7. 🏴‍☠️Izzo Maria di Pontelandolfo di anni 94 morta arsa nel giorno delI’incendio nella propria casa.
  8. 🏴‍☠️Lese Carlantonio di Pontelandolfo di anni 55  morto nell'incendio del paese acciso, e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata
  9. 🏴‍☠️Mancini Giovanni di Pontelandolfo di anni 46, marito di Maria Giuseppa Romano nella contrada Cerquelle di questo territorio disgraziatamente è morto ucciso dai Soldati Piemontesi; e fu seppellito nel giorno 17 suddetto mese di Agosto nella Chiesa della SS. Annunciata
  10. 🏴‍☠️Perugini Michelangelo  di Pontelandolfo, di anni 42, è stato ucciso e bruciato nella propria casa.
  11. 🏴‍☠️Pietro Giuseppe S. di Pontelandolfo di anni 28 morto acciso nel giorno del Incendio e sepellito nella chiesa delle SS. Annunciata.
  12. 🏴‍☠️Rinaldi D. Francesco di anni 28 di Pontelandolfo morto acciso nel giorno del Incendio e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata
  13. 🏴‍☠️Rinaldi Antonio di Pontelandolfo  di anni 55 tocco dalle fiamme nell'incendio nella propria casa, e nel grembo della S.M. Chiesa è morto e fu seppellito nella chiesa della SS.Annunciata.
  14. 🏴‍☠️Rinaldi Tommaso di Pontelandolfo di anni 25 morto acciso nel giorno del Incendio e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata. L'Economo Curato Michelangelo Canonico Caterini
  15. 🏴‍☠️San Pietro Pellegrino di anni 36  marito di Giovanna Gianfrancesco di Pontelandolfo morto acciso nel giorno del Incendio del paese e seppellito nella chiesa della SS. Annunciata
  16. 🏴‍☠️Santopietro; con il figlio in braccio, stava per scappare, ma fu intercettato dai soldati savoiardi, che gli strapparono il bambino dalle mani e lo freddarono 
  17. 🏴‍☠️Tedeschi Angelo di S. Lupo, di anni 50, è stato ucciso qui in Pontelandolfo, e sepolto nella chiesa della SS. Annunciata.
  18. 🏴‍☠️Vitale Agostino di Crispano, di anni 38 morto ucciso nella propria casa e seppellito nella chiesa della SS. Annunciata il giorno dopo, e sagramentato dal Primicerio Nicola Rinaldi

i morti del 14 agosto sono 13, di cui 10 furono uccisi e 3 morirono bruciati. I morti bruciati sono due anziani: di 94 e 89 anni e uno di 55 anni, che morì dopo due giorni

Il 16 agosto 1861 a Casalduni

  1. 🏴‍☠️D'Urso Lorenzo commerciante, fattosi sull'uscio per salutare i soldati, fu crivellato di colpi e poi infilzato dalle baionette


il 18 ottobre 1861, 6 furono fucilati a Pontelandolfo

  1. 🏴‍☠️Cifaldi Angelo
  2. 🏴‍☠️Ciafaldi Sismondo
  3. 🏴‍☠️Nardone Simone
  4. 🏴‍☠️De Michele Gennaro
  5. 🏴‍☠️Frangiosa Angelo
  6. 🏴‍☠️Mongioli Nicola



Il 22 agosto 1861 furono immediatamente fucilati accusati di aver partecipato al massacro dei bersaglieri 

  1. 🏴‍☠️ Melloni Giovanni di Casalduni di professione sarto 
  2. 🏴‍☠️Cataudo Michelangelo di San Leucio del Sannio, professione contadino


Il 25 settembre 1861 a Pontelandolfo arrestarono altri quaranta reazionari. Furono processati dal solito tribunale di guerra e dodici di essi furono fucilati: 

  1. 🏴‍☠️Luciano Donato
  2. 🏴‍☠️Perugino Gregorio
  3. 🏴‍☠️Barbieri Saverio
  4. 🏴‍☠️Guerrieri Domenico detto Mango
  5. 🏴‍☠️Sforza Nicola
  6. 🏴‍☠️Fusco Domenico

Il 16 e 17 ottobre 1861 a Casalduni e Campolattaro furono catturati 37 reazionari e passati per le armi.


il 18 ottobre 1861 furono fucilati 

  1. 🏴‍☠️Di Michele Gennaro di Campolattaro
  2. 🏴‍☠️Frangiosa Angelo di Campolattaro
  3. 🏴‍☠️Magioli Nicola di Campolattaro 
  4. 🏴‍☠️Cifaldi Sigismondo di Casalduni
  5. 🏴‍☠️Cifaldi Angelo di Casalduni
  6. 🏴‍☠️Nardone Simone di Casalduni

Il Popolo d'Italia, giornale filo governativo e quindi interessato a nascondere il più possibile la verità sui morti, indicò in 🏴‍☠️164 le vittime di quell'eccidio.






                              Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI

Salvatore Scenna è “un famigerato brigante che da più anni va scorrendo la campagna a mano armata alla testa di molti uomini, non riuscendo a catturarlo, arrestano Il suo nucleo familiare composto dalla moglie, Caterina Marinucci e da due figli, Dipendente di 11 anni e Viola di 7. In aggiunta Caterina è incinta, nel verbale di arresto i Reali Carabinieri annotano i dati segnaletici dei bambini: Dipendente “è di statura piccola, capelli castani, naso piccolo, fronte bassa, occhi castani, bocca media, colorito naturale”; Viola “è di statura piccola, capelli castagni, occhi grigi, bocca piccola, colorito naturale”. E finalmente, dopo due mesi di inutile carcere, la famiglia Scenna viene liberata


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A Gioia del Colle il 29 luglio del 1861 furono uccisi anche tanti bambini, tratto dallo stato civile di quel Comune
  1. 🏴‍☠️Lanara Giuseppe di mesi 3
  2. 🏴‍☠️Angelillo Angela di anni 1
  3. 🏴‍☠️Bradaglio Anna di anni 2
  4. 🏴‍☠️Capodiferro Cataldo di anni 1 e mesi 8
  5. 🏴‍☠️Castellaneta Maria Rosaria di anni 2
  6. 🏴‍☠️De Maristis Domenico di anni 3
  7. 🏴‍☠️Devota Lucia di mesi 4
  8. 🏴‍☠️Donvito Francesco di anni 1
  9. 🏴‍☠️Fumento Orazio di anni  1
  10. 🏴‍☠️Gisotti Rosa 1 anno e mesi 2
  11. 🏴‍☠️Indellicati Pasquale di mesi 10
  12. 🏴‍☠️Lamonte Domenico mesi 6
  13. 🏴‍☠️Lippolis MARIA di anni 2
  14. 🏴‍☠️Lotito Pasqua di anni 1
  15. 🏴‍☠️Mosite Domenico di anni 1
  16. 🏴‍☠️Nicastri Antonio di giorni quattordici
  17. 🏴‍☠️Pellegrino Giuseppe di anni 1 e mesi 6
  18. 🏴‍☠️Piemontese Concetta di mesi 5
  19. 🏴‍☠️Prestigio Angela Maria Addolorata di anni 1
  20. 🏴‍☠️Santojemma Nicolò di anni 1 
  21. 🏴‍☠️Vassallo Francesco di mesi 5




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Nella piazza principale di Catanzaro fu allestito il patibolo. senza alcun processo, fu condannato a morte..
Dopo l'esecuzione, le sue mani, la testa e il cuore furono inviati a Firenze, allora capitale del Regno..
Questo fu solo uno degli episodi accaduti durante la terribile repressione piemontese all'indomani dell'Unità d'Italia, che diffuse il terrore nelle popolazioni meridionali..
Con la legge Pica del 1863 si rese un inferno il Sud, realizzando un genocidio con un milione di morti, mezzo milione di arresti, cinquantaquattro paesi rasi al suolo,. 




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Il museo lombroso 

Cesare Lombroso, teorizzò l’inferiorità della “razza meridionale”,  geneticamente portata alla delinquenza  sulla base di misurazioni di centinaia di resti e di crani prelevati al seguito delle truppe piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie e massacrarono migliaia di meridionali che si erano ribellati.













Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI


” Castellammare del Golfo, 3 gennaio 1862, Romano Angelina, di anni 9, fucilata, accusata di brigantaggio”.


Regno il 30 giugno 1861, comportava l’allontanamento per sette lunghi anni di tanti giovani dalle loro famiglie e dalle loro terre. Per scappare da questa norma ingiusta tantissimi ragazzi si nascosero nei boschi e nelle colline intorno alla città, ma non potendo vivere a lungo in quelle condizioni disagiate, il 2 gennaio 1862 decisero di insorgere contro i piemontesi.

Così, alle 14 di una gelida giornata invernale, più di 450 giovani, armati di qualsiasi cosa avessero trovato per le strade, entrarono nella città di Castellammare e diedero l’assalto alla sede del commissario di leva Bartolomeo Asaro e del comandante della Guardia Nazionale Francesco Borruso. I piemontesi risposero immediatamente e da Palermo furono mandati interi battaglioni di bersaglieri coadiuvati da ben due navi da guerra che approdarono nel porto della città.

Il corpo di spedizione era comandato dal generale Quintini, famoso per essere tra i più crudeli e spietati nell’isola, e invase immediatamente il paese. Gli insorti furono costretti a fuggire e tornarono a nascondersi nei boschi, mentre centinaia di popolani, abitanti del posto, cercarono rifugio in campagna. Proprio in quel momento avvenne uno degli episodi più drammatici di tutta la storia risorgimentale: mentre i bersaglieri perlustravano i dintorni di Castellammare, nella contrada Falconiera, trovarono un gruppo di cittadini, tra cui il parroco del paese, che si erano rifugiati lì per paura, e il generale Quintini dopo un interrogatorio sommario, diede ordine di fucilare tutta quella gente, senza processo e con l’accusa di essere parenti degli insorti.

Nel frattempo, i soldati udirono i pianti di una bambina che aveva avuto la sfortuna di trovarsi nelle vicinanze, la presero di peso e la posero, ancora col viso bagnato dalle lacrime, di fronte al plotone di esecuzione. Era il 3 gennaio del 1862, il vento spazzava le lustri divise e faceva svolazzare le “penne” dei bersaglieri, in quel momento chissà quali furono i pensieri di quella bambina che si era trovata per caso di fronte a uomini con strani cappelli pennuti che le puntavano i fucili e che parlavano in una strana lingua. Chissà se in quel momento si rese conto di stare vivendo i suoi ultimi attimi, e se con matura consapevolezza riportasse alla memoria quando giocava per i prati o quando aiutava la madre a cucire.



Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI















Michelina De Cesare, brigantessa nata il 28 Ottobre 1841 a Mignano, in Terra di Lavoro (attuale provincia di Caserta) in una famiglia poverissima e che, rimasta vedova del primo marito, si sposò con Francesco Guerra nel 1862 o 1863 era un militare borbonico che, come tanti altri, non volle tradire il giuramento di soldato a re Francesco II e passare dalla parte dell’esercito nemico,. Divenne capo di una banda di cui faceva parte anche Michelina e dove la brigantessa, pur essendo donna, ricopriva un ruolo di comando, come dimostrano le armi da lei possedute: una pistola e un fucile a due colpi. A tradire Michelina De Cesare fu il cugino Giovanni, che portava il suo stesso cognome e condusse i soldati al loro nascondiglio. Lì furono sorpresi nel sonno e uccisi Francesco Guerra e Michelina, e i loro corpi furono denudati, fotografati e messi in mostra nella piazza principale della città.
DENUDATA ED ESPOSTA



Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI


Caretto Donata alias Scopellina da S. Giorgio la Molara, 

di professione lavandaia: ha 88 anni, il 2 luglio 1864 i soldati la portano in aula, dal 14 novembre 1863, è accusata di avere scientemente e di libera volontà dato ricovero, viveri e medicinali al brigante Tocci Nicola della banda Caruso, ferito nello scontro avuto con la pubblica forza nel bosco di Monticchio. Periodo del ricovero: 8 ottobre-14 novembre 1863; luogo: una pagliaia distante un miglio da S. Giorgio la Molara. Nella pagliaia sono stati ritrovati un fucile, un cappotto, una valigia del Tocci, da lui abbandonata prima di lasciare il rifugio. "Vi rendete conto di quello che avete fatto? "Sì, Sig. Presidente!" "Perchè non lo avete denunziato?" "Come facevo in così pochi giorni?" "Avevate tutto il tempo per farlo". Siete condannata ad anni sette di reclusione, da oggi 2 luglio 1864""Ma Sig. Presidente, ho 88 anni; il Re Vittorio Emanuele II non mi può fare la grazia?" "Volete inoltrare ricorso?" È un vostro diritto. Fatelo al Tribunale supremo di guerra a Torino. (Il ricorso fece presto ad arrivare e presto a tornare. Respinto in data 17 novembre 1864)





 


 

mercoledì 4 ottobre 2023

Varie

11 gennaio 2024


Novità Editoriale









L’IMMIGRAZIONE  NEL REGNO DELLE DUE SICILIE

AL TEMPO DI FERDINANDO I









3 dicembre 2023



21 novembre 2023




2 novembre 2023

ON LINE

EBOOK







1 novembre 2023

- Secondo Indizio

I moti rivoluzionari in Sicilia nel 1848, raccontati dai protagonisti attraverso le pagine del giornale militare l'Araldo. Con gli elementi somministrati dai Generali Comandanti delle Divisioni e delle Brigate, e dai Capi dei Corpi si è potuto formare un lavoro completo classificando in modo esatto i nomi de' distinti sul quale la Maestà Sua con grato animo ha impartita la Sua Sovrana Approvazione.



30 ottobre 2023

- Primo Indizio 

IN ARRIVO 


24 ottobre 2023






PER FARSI UN’IDEA

LA QUESTIONE MERIDIONALE?

IL NON DIVIDERE EQUAMENTE LE RISORSE

IL SUD FU CONQUISTATO 

DIVENNE

ED E’

UNA COLONIA














7 ottobre 2023

Il valore mostrato dai soldati borbonici durante i moti rivoluzionari in Sicilia del 1848-1849.

Qui di seguito due storie, presto pubblicate in un libro.


A - Tutti i benemeriti e bravi soldati feriti, che qui (Reggio) pervennero il giorno 9 corrente dalla gloriosa battaglia di Catania, in generale migliorano. Ieri piansi veramente di tenerezza. Un soldato del 1° Battaglione Cacciatori a nome di De Majo per ferita riportata al terzo inferiore del piede sinistro, cui frattura comminutiva; fu assoggettato all’amputazione, nel mentre si raccomandava alla SS. Ma Vergine non lasciava, in quel momento tristissimo, di ripetere le festanti voci di viva il Re! Egli mi disse che così gridava nel momento del glorioso assalto di Catania, e perciò era giustissimo, che dovendo soffrire un’operazione, con lo stesso entusiasmo e coraggio doveva invocare il nome di Colui pel quale aveva combattuto.


B - E’ una madre che scrive al figliuolo, una contadina di Cellole (Sessa) che scrive al figliuolo in Messina, nulla togliamo o mutiamo all’ingenua dizione di questa buona ed abnegata donna.

“Con piacere ho inteso che stai bene di salute, sappiatela conservare mio caro figlio, che il da oggi innanzi pregherò la Madonna del Carmine e S. Antonio che ti facciano stare sempre bene, perché puoi spendere la tua vita in vantaggio del nostro buon Re; solamente mi dispiace non saperti ferito, poiché così sarei più felice, avendo allora tu veramente versato il sangue pel nostro Re, che il voglio che tu ami quanto ami me”.

Ella si duole di non saper ferito il figliuolo, che le porterebbe così una prova anche più sicura dell’amore pel nostro glorioso Sovrano! Ed a questa noi diamo un semplice ricordo in un foglio periodico; che quella fu sola forse ed appunto nella sua singolarità fa la celebrità, e questa ha mille e mille rivali tra le madri de’ nostri fratelli d’arme; poiché tutti, soldati e popolo, non sono animati che da un solo sentimento: l’amore e la difesa del Trono!





 5 ottobre 2023

Carte del governo piemontese sui prigionieri napolitani provenienti dalla fortezza fenestrelle.













4 ottobre 2023


"Soldati!
Il combattimento di ieri ha fatto chiaramente avvertire agli inimici di quanto valore, di quale energia
sieno dotate le milizie Napolitane. Le batterie di posizione, superate alla baionetta, i cannoni tolti
all'inimico scacciato dalle formidabili posizioni di S.to Angelo, ne faranno mai sempre testimonianza.
Coraggio adunque, prodi soldati, continuate nelle fatiche, e ne' pericoli di guerra, con la fede, e con
'abnegazione, che avete finora mostrato, e la vittoria sarà nostra: e con la vittoria sarà definita la
causa del Nostro dritto, quella del vostro avvenire, ed il glorioso rango, che negli Eserciti di Europa
occuperanno le truppe Napolitane.
Gaeta li 2 Ottobre 1860".
Archivio di Stato di Napoli, Archivio Borbone, busta 1239, carta 312 recto


L’esercito delle due Sicilie

  ⚜️ 1859