mercoledì 27 luglio 2022

DOCUMENTI


RITUCCI A MECHEL

COMANDO IN CAPO

DEL CORPO DI ESERCITO

DI OPERAZIONI

Movimenti

n.194

IL GENERALE RITUCCI

AL GENERALE WON MECHEL

IN ALVIGNANO DOVE SI TROVA



Signor Generale
È intenzione di S.M. (N.S.) che dopo l’attacco di Piedimonte d’Alife giusto le precedenti disposizioni, se l’azione riesce Felice per le nostre armi, com’è a sperarsi. Ella facendo correre i suoi rapporti per via di Caiazzo, e dopo non di più di un giorno di riposo alle sue truppe, con tutta la colonna di suo comando compreso le truppe di Ruiz e con le debite precauzioni prenda la volta di S. Potito, Trivio, Casali di Faicchio, Anoroso Ducents, Valle dei Ponti della Valle piombare alle spalle di Caserta, impadronirsene, spingersi alla strada di Santa Maria per giungere alle spalle di questo paese, mentre una Divisione che uscirebbe, da Capua l’attacherebbe di fronte è di fianco per S. Tammaro.
Queste sono le idee generali. Ella pero vi darà adempimento a seconda delle cognizioni locali che acquisterà, della conoscenza della forza e delle posizioni del nemico è di quanto altro giudicherà di porre a calcolo per la buona riuscita del disegno, ritenendo sempre che deve in tutti i casi informarmi a tempo del risultato di Piedimonte, delle determinazioni che prenderà per la esecuzione del disegno succennato e dei giorni indispensabili che stimerà impiegarvi, onde io possa muovere per agire di concerto sopra Santa Maria.
Tutto il dippiu’ resta affidato alla nota sua esperienza ed avvedutezza.
Sappia intanto che farò marciare questa notte la Brigata Polizzy per Caiazzo o d’essere di sostegno, nel solo lontano caso che l’azione di Piedimonte non fosse coronata di Felice successo, la detta Brigata Polizzy dovrà ripiegare sopra Capua per far parte della Divisione destinata ad attaccare Santa Maria. 
Le invio il presente per mezzo del Capitano Giobbe dello Stato Maggiore, che rimarrà momentaneamente presso di Lei, e per mezzo del quale brano avere notizie delle sue operazioni e dei di Lei disisamente sul contenuto di questo figlio.

IL GENERALE IN CAPO
F.to Ritucci

                                                                            
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COMANDO IN CAPO
DEL CORPO DI ESERCITO 
DI OPERAZIONE
Movimenti 
n. 208

Capua 26 settembre 1860

Il Generale Ritucci
Al Generale Von Mechel



Signor Generale
Non essendovi stato alcun conflitto è non avendo quindi potuto dare al nemico al una battuta, vien modificato quando le dissi col mio officio di ieri n, 194 inviatole pel Maggiore Giobbe essendo intenzione di S. M. il Re (D. G.) che si abbia in mira lo stesso scopo in una cerchia più ristretta di operazioni giusto quanto vado a dirle, cioè:
1* - Che il Maggiore Migy faccia prontamente le sue operazioni di disarmo, requisizioni di Casse in Piedimonte, e ritorni subito verso Caiazzo unendosi al resto della Brigata con l’intera Colonna del Colonnello Ruiz.
2* - Che ella con tutte queste truppe rinforzate anche dal 14 di Linea il quale si recherà in Caiazzo, unendosi al resto della Brigata con le altre frazioni di Ruiz, marci con lo scopo di dirigersi ai ponti della Valle per Ducenta, battendo la via per Romano ed Amoroso. Se le artiglierie potranno passare il fiume per dirigersi sul ponte di fabbrica sul Calore, e così continuare la marcia, oppure da Caiazzo scender verso Squilla, ove se non vi è più la Scafa e non potrà riuscirle di riattivarne qualcuna, vi sono dei guadi dei quali si potrebbe avvalere, facendoli riconoscere. 
Superati così i detti ostacoli, vorrebbe la M.S. ch’ella si trovasse per domani almeno sulle alture di Maddaloni, per poi scendere sopra Caserta, e così proseguire per S. Maria, nell’atto che la Colonna, la quale uscirebbe da Capua si dirigerebbe sopra S. Maria istessa per attaccarla di fronte è di fianco per la via di S. Tammaro.
Queste sono le vedute generali del nostro Sovrano, che ha esternato con la massima insistenza, ad onta delle umili obiezioni da me sommesse sull’oggetto.
Ella però tenendo presente il punto oggettivo dei SovraniVoleri porrà a calcolo tutte le circostanze di tempo e di luogo, per agire in modo che le colonne possano tenersi unite, operare con efficacia senza defaticare estremamente la Truppa, e che le diverse Armi possano aver libero passaggio tanto per le strade traverse che pel Fiume, affinché l’esito delle volute operazioni non venga meno per difetto di calcolo sotto tutti i rapporti.
Di quanto opinera’ ed eseguirà avrà cura di tenermi prontamente informato per ogni qualsiasi sicuro mezzo, principiando da Caiazzo per mezzo dell’ufficiale che le spedisco Sig. Tenente Loriol alla mia immediazione, o del Capitano Giobbe, tanto perché io sia informato delle sue vedute e dei suoi movimenti e possa informare il Re che sta nell’ansiosa aspettativa di conoscerli, quanto di poter dare le altre disposizioni adatte a ben concorrere allo scopo prefisso, ritenendo che il Sig. Maresciallo Rivera colla Brigata Polizzy ripiegherà sopra Capua, per far parte di questa Colonna operante se circostanze imprevedute non imponessero altrimenti.
Abbia ella cura di spedire gli ordini al Colonnello Ruiz.
Non tocchi affatto il 3* e il 6* Cacciatori napoletano, quali Battaglioni debbono immancabilmente rimanere sotto gli ordini del Generale Colonna alla cui Divisione appartengono.



F.to Ritucci
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COMANDO IN CAPO DEL CORPO
DI ESERCITO DI OPERAZIONI
Segretario 2* Carico
Capua, 27 settembre 1860
ore 8,30


AL GENERALE VON MECHEL

Signor Generale:
Sono ancora privo dei suoi rapporti è di notizie dei suoi movimenti; mi si fa credere che ieri al giorno Ella abbia avuto uno scontro col nemico, ed il Sig. Colonnello Ruiz mi fa giungere questa sera un’Offizio datato ieri da Alife, col quale mi rapporta d’incamminarsi verso Caiazzo per raggiunger Lei colla sua Brigata, lasciando frazioni fra Piedimonte Alife e dintorni, Pei disarmi, requisizioni, e che so’ io. Come si trova Ruiz a Piedimonte? Come ne parte lasciando ivi le frazioni?
Tuttocio’ col suo silenzio mi tiene in agitazione ed indeciso nelle mie operazioni, mentre le ho chiaramente detto, che io per agire di concerto, doveva attendere l’avviso delle di Lei operazioni.
Mi spedisca subito un’Uffiziale con rapporto sommario ed esatto della posizione di tutte le truppe messe sotto i di Lei ordini e dei suoi proponimenti.

IL COMANDANTE IN CAPO
F.to Giosuè Ritucci

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I FEDELI SOTT’UFFIZIALI E SOLDATI
DEL REAL ESERCITO 
ALL’AUGUSTO SOVRANO RE FRANCESCO II
RASSEGNATO




Sarebbe ormai tempo che taluni Superiori Uffiziali a’ quali sono affidati i Corpi d’Armata per abbattere i nemici dell’ordine, e per restituire la pace agli onesti Cittadini, dovrebbero aprire gli occhi alla giustizia, ed alla verità, e non dormire nel letargico sonno d’inganno, in che continuarono con discapito immenso delle Truppe non solo, bensì alla povera gente intenta a difendere la Sacra Persona di V. M. ed a proteggere la giusta causa coll’opra nostra incessante.
Conosciamo benissimo quale ne sia lo scopo lo leggiamo su’ loro visi, lo scorgiamo da’ fatti che tuttogiorno ce ne offrono le più imperscrutabili pruove. Noi siamo figli della disciplina, e dell’onore, siamo fedeli difensori di V. M., e se una volta Eglino tramarono inganno col far perire i nostri compagni sotto falsi apparati, sinanco a farli disarmare da uomini, oggi ben siam convinti che la stessa disciplina, e l’onore invitano a combattere contro di essi per distruggerli, e sostenere V. M. nello stato in cui conviene.
Diremo pertanto che la vera disciplina sia difendere il Re sotto la guida di pochi e buon Uffiziali, e che per essa debba si quei Superiori che attanagliati agli indegni nemici non cessano di dare V. M. (come guida) nelle mani di essi.
Diremo che la vera onesta’ sia quella che c’incoraggia a metterlo in pratica, e ci darà scampo ad assicurare l’ordine e la tranquillità da per ogni perduta.
Ma come col vostro braccio puolsi conseguire il desiderato oggetto, se V. M. dopo un pronto scrutinio non pensa a liberare da Comando di tanti Superiori ribelli al Trono, ed oppressori? Come garantire colla nostra Forza la Vostra Sacra Persona, quando la volontà vien contraddetta da essi?
…Poveri soldati ingannato e traditi…
I Superiori adunque sono veri traditori di V. M. con eccezione di pochi.
Non restano fedeli che i Sott’uffiziali e Soldati a’ quali ci rivolgiamo così.
Compagni e Soldati.
Se il Re (N. S.) nella circostanza vuole scorgere ne’ nostri animi la fede, e l’onore fa d’uopo che ricordiamo il dato giuramento.
Tagliamo però da questi la sola particella d’esser tali verso la Costituzione dello Stato, mentre i nostri pretesi fratelli furon falsi, ed il tradirono, sicche’ questa fase rimarrà per essi di vergognosa rimembranza, che sarà trasferita di generazione in generazione.
Affrettiamoci fiduciosi in Dio a sedere e subito il nostro Re sul Trono.
Facciamo che il sangue de’ nemici si diffonde a riva sulle nostre contrade, e che quello dei nostri compagni sia la scala sicura per la quale si ascende alla gloria. Riputiamoci tanti eroi quanto l’avrem ottenuto, ed il Re ci guiderà quai figli suoi più cari. 
Non ascoltate che il comando di noi vostri compagni, quando i Superiori comuni cercano far di noi il più barbaro macello. Allegramente!….Vi giuro, la morte ci sia cara, come l’unica parte cui possa tendere, e così il Cielo ne sarà proprizio.
Andiamo…
Premesso tanto, sappia V. M. che buona parte degli Uffiziali giocano a due mani. Iddio c’è ne rendi liberi, e V. M. ben lo sa.
La Truppa è fedele, e le sarà maggiormente, se V. M. toghi dai Capi tanti indegni soggetti che ne fan giuoco a rispetto.
I contadini sono attaccatissimi alla Real Corona, meno i Galantuomini, i Sacerdoti, e i monaci, che parrebbe ottimo stanziarne uno a paese, ed il resto a pesca.
I Magistrati civili in generale, salvo pochissimi, chiamati più dalla forza che dalla volontà dovrebbero tutti esser di essi e destinati a mieter paglia in Puglia.
I Superiori, e Sott’Uffiziali che sinoggi fra noi ritornarono, dopo disobbligato il loro volenteroso impegno col capo dei Ladri Garibaldi, dovrebbero essere piuttosto fucilati, che accoglierli; e bada V. M. che questi soggetti produrrebbero un danno a coloro che mai seppero allontanarsi dall’Esercito.
È un fatto incompatibile.
I soldati soltanto crederei degni di compatimento, mentre ogni mancamento si deve ai Superiori, e non all’ignoranza di essi. Molto ci resta da dire, che i Superiori defaticano i soldati nelle marce perche non servissero ne’ pel Re ne’ per la propria difesa.
Alzi in fine V. M. uno sguardo alla verità manifestate da noi fedelissimi Sudditi, e prevengo i il tutto colla solita carità di cuore.

Fatto in S. Maria 28 settembre 1860
Da un umile Sott’Uffiziale dell’Esercito

⚜️⚜️⚜️


IL MARESCIALLO RITUCCI

A.S.M. IL RE (D.G.)


Questa notte sono rientrati il Capitano Goemoenj e Tenente Dusmet. Questi alle ore 3,30 p.m. di ieri si trovava con’ tre battaglioni esteri ad Amoroso d’onde quelli venivano. 
Mi a’ rimesso rapporto ne’ riscontro, perché molto stanco. 
La Brigata Ruiz, verso le ore 24, era ne’ dintorni di Caiazzo per raggiungere Mechel, non sa se con le frazioni o senza. 
O’ spedito un altro Uffiziale a prendere conto di queste è farle raggiungere, ad onta che ieri le aveva chiamate. Nella ignoranza De’ movimenti di Mechel, disporrò un attacco per girare la posizione di S. Angelo, e impadronirmi di questa per farne profitto, che per rivolgere l’attenzione del nemico, onde non piombi con forze riunite sopra Mechel. 
Non mi resta tempo per ora di sciogliere i vari telegrammi avuti.
P.S.
Giunge all’istante rapporto di Ruiz da Caiazzo che mi previene trovasi Mechel a Campagnano, e che stamane recava si a Caiazzo a conferire con lui. Quindi ogni attacco da parte mia per questa mattina sarebbe prematuro. Aspetto nel posto altro Uffiziale, per conoscere il risultato di quelle conferenze.

F.to Ritucci



IL RE A RITUCCI







RISPOSTA

28 settembre
Credo anche io essere prematuro un attacco a S. Angelo.
Con Mechel bisogna concentrare il movimento; dandogli per primo punto oggettivo Maddaloni.
Calcolare è stabilire le ore per l’attacco simultaneo di Mechel e della Colonna di Capua.
Visto che il servizio di ordinanze non risponde perfettamente; credo utile che voi vi rechiate subito a Caiazzo, conferiate con Mechel che comanderà la forte Colonna di sinistra, e stabilito tutto potrete esser certo del da fare. Nella vostra posizione io così mi regolerei.
L’Alfiere Bucca me lo spedirete questa sera con un plico chiuso contenente le disposizioni da voi date per domani.
                                                                             ⚜️⚜️⚜️

S.M. IL RE (D.G.)
AL MARESCIALLO RITUCCI
IN CAPUA












Mi compiaccio che all’apparire dei nostri soldati siensi gli avversari ritirati da Monte S. Angelo, quantunque questa non fosse stata una esecuzione concentrata ieri, per eseguirsi oggi. 






 PALMIERI AL RE

(A.S.N. - Archivio Borbone - Fascicolo n. 1239 - Foglio n. 244

COMANDO DELLA DIVISIONE DI CAVALLERIA n.19

 
S.M.R
(A SUA MAESTÀ’ IL RE)

Signore
l’infanzia giunge agli estremi, V.M. non può immaginare il giubileo, la gioia che ieri sera si manifestava in queste truppe nel sentirsi chiamare in Capua per marciare sopra Santamaria, tutti erano animati da quel santo zelo è vigore che deve accompagnare un buon soldato, quando questa sera vedersi ritornare tutti, dopo aver passato la notte al bivacco è V.M. conosce cosa significa un bivacco presso il Volturno in questi tempi che l’aria è pestifera, è malsana, e posso assicurare V.M. che le truppe tutte, in una eccettuata, sono triste e meste, peggio che fossero reduce da una sconfitta; tanto più che si conosce che Santamaria non è occupata che da un migliaia di soldati in massa, intanto non debbo trascurare sommettete, che questo è il vero metodo di disanimare l’amata provuocarne la defenzione, è di ridurci sotto le mura di Gaeta. 
Crederei di tradire il mio dovere, trascurando di mettere ai piedi di V.M. queste circostanze, che un duce come Afan de Rivera più graduato di tutti, ci guidasse, per la gloria o per la morte, che sarebbe molto più gloriosa per noi, è ci evitasse l’onta, è l’infanzia che con questo metodo di rinculare, sicuramente incontreremo, poiché sia certa che le truppe domani non saranno quelle che furono ieri.
Signore, vi scrive l’avanzo di una famiglia che sa secoli serve i Borboni, e non servirà altri, accogliete questi detti che sono leali, e puri, né guidati dall’ambizione, o dall’interesse; ma di sincera affezione, rispetto, e riconoscenza con la quale passa a dirsi.

di Vostra Maestà 
Giuseppe Palmieri Brigadiere 


Sparanise 14 settembre 1860









Garibaldi entra a Napoli

Scortato dalla camorra




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“Supplemento de Ruoli de Capitolati di Gaeta e Messina”



venerdì 18 marzo 2022

⚜️⚜️⚜️L’Onoreficenze ed il valore dei Soldati delle due Sicilie⚜️⚜️⚜️




Soldati delle due Sicilie morti in Sicilia nel 1848 durante i moti rivoluzionari 

Regina Artiglieria


⚜️Secondo Tenente Rossi Paolo

⚜️Caporale Riccio Antonio

⚜️Artigliere Amato Rosario

⚜️Artigliere Damiano Giovanni

⚜️Artigliere De Cesare Domenico

⚜️Artigliere Laudisio Francesco 

⚜️Artigliere Masi Francesco

⚜️Artigliere Papa Pasquale 

⚜️Artigliere Sorica Vincenzo

⚜️Artigliere Tedeschi Nicola

⚜️Artigliere Villani Raffaele





⚜️⚜️⚜️

Sergente Pica Salvatore 

Sergente Trama Vincenzo 

Entrambi di giovane età  furono tra i 17 morti delle operazioni militari eseguite dal 1 Cacciatori nei giorni 6 e 7 settembre 1848




⚜️⚜️⚜️

S. M. il Re nell’agosto 1848 volendo rimunerare i militari appartenenti alla guarnigione della Cittadella di Messina che si sono distinti nel difenderla di è degnata accordargli la decorazione di S. Ferdinando 

⚜️Maggiore di Artiglieria Afan de Rivera Rodrigo
⚜️Tenente Colonnello Marra Pasquale del 5 Battaglione Cacciatori 
⚜️Brigadiere Schmid Fridolino Comandante di Brigata
⚜️Maggiore Tramazza Luigi del Genio


 

⚜️⚜️⚜️
Decorato con la medaglia di argento del Real Ordine militare di S. Giorgio della Riunione in quanto a Procida furono tra coloro che sedarono gl’insorti in quel bagno il di 25 giugno 1848

⚜️Soldato Aceti Raffaele dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Albonio Giuseppe dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Bianco Raffaele dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Cafiero Diomede dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Capersino Carlo dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Danti Luigi dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Della Femmina Alfonso dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Demasi Raffaele dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato De Pippo Raffaele dei Carabinieri a piedi
⚜️Caporale Donnarumma Giuseppe dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Falango Francesco dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Fontano Giuseppe dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Guerra Vincenzo dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Lionnelli Domenico dei Carabinieri a piedi
⚜️Caporale Maio Giuseppe dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Mazza Giuseppe dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Nappa Giuseppe dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Pezza Antonio dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Russo Michele dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Sgobbi Nicolantonio dei Carabinieri a piedi
⚜️Soldato Spiriti Pasquale dei Carabinieri a piedi
⚜️Sergente Talamo Vincenzo dei Carabinieri a piedi

⚜️⚜️⚜️
APICE LUIGI

Negli scontri contro i rivoltosi il giorno 27 giugno 1848 nel bosco delle grazie in Calabria veniva ferito mortalmente, spirò il giorno 11 luglio 1848.




⚜️⚜️⚜️
BENEVENTANO DEL BOSCO FERDINANDO
⚜️⚜️⚜️
                                                      
⚜️  Soldato Colucci Vincenzo 
il di 20 agosto 1848, presso Pescara, caddero dalla scafa nel fiume dello stesso nome Rosaria Cipollone con un bambino di tre mesi in fasce è stavano per affogarvisi, quando accorse animoso il Colucci soldato dell’8 di Linea, afferratosi costui con la manca ad un palo della scafa, s’immerse a mezzo Corpo nell’acqua, è con la destra prese la madre per un braccio, dopo aver già assicurata la salvezza del bambino che teneva, per le fasce fortemente afferrata coi denti, sospeso a fior d’acqua, stava ancora in si difficile posizione, incerto in quel che avesse a fare, ma deciso a non lasciar quegl’infelici preda delle acque, quando altri due prodi sopraggiunsero a contribuire a si bell’azione, Petronio Giovanni e Attuino Grazio del 10 di Linea, è per opera loro furon salvi la madre è il figlio, compiendo l’onorata impresa così bella mente incominciata dal Colucci



⚜️⚜️⚜️
DUFOUR PIERRE MARIE

⚜️⚜️⚜️
⚜️Soldato Pilegi Fortunato 
del 6 Battaglione Cacciatori 
è stato del pari decorato nel luglio 1848 
della medaglia di oro del Real Ordine militare di S. Giorgio della Riunione 
in benemerenza De servizi resi da lui negli ultimi avvenimenti delle Calabrie



⚜️⚜️⚜️
⚜️Soldato Pizzo Mariano 
del Battaglione del Treno
S. M. il Re si è degnata accordargli la medaglia di argento del Reale Ordine di Francesco I 
in premio di aver salvato a gran fatica da vicina morte un suo camerata
 in uno si due cavalli che con esso erano sommersi nel Vomano
nel passarlo di ritorno dall’alta Italia con la batteria di Artiglieria da Campo della spedizione 





















giovedì 10 marzo 2022

I 300 di Castelmorrone

Interessante fumetto sulla battaglia di Castel Morrone tra borbonici e garibaldini nel 1860.






Collegatevi domani si continua con una nuova pagina……

venerdì 14 gennaio 2022

Il Muro della Memoria☠️🏴‍☠️🇮🇹





 https://youtu.be/36FJIjtxkz8


Questo muro nasce da un’idea dello scrittore PINO APRILE, l’intento è di raccogliere il numero (il più possibile) delle vittime dell’azione sanguinaria dell’esercito sabaudo nel Regno delle due sicilie⚜️.

Il Muro della Memoria dei “briganti” meglio dire “Lealisti”


















La strage di Pontelandolfo e Casalduni

.Erano le 22,30 dell'11 agosto del 1861 il tenente Bracci, a capo di trentasette bersaglieri della compagnia del 36° e cinque carabinieri furono fucilati tutti in Largo Spinella Casalduni. Alle ore sei metà paese era già in fiamme, i bersaglieri continuarono la mattanza. Ancora uccisioni, stupri, fucilate, grida, urla. Moltissime donne furono violentate e poi ammazzate; alcune che s'erano rifugiate nelle chiese furono trucidate dopo essere state denudate davanti all'altare. Una, oltre ad opporre resistenza, graffiò a sangue il viso di un piemontese; le vennero mozzate entrambe le mani e poi finita a fucilate.





Severa lezione a Pontelandolfo “ il colonnello gustavo maze’ de la roche 





“Casalduni e Pontelandolfo sono in cenere, gli assassini sono morti e raminghi” 

"ieri all'alba giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni"

 Vi ho convocato qui per darvi disposizioni dolorose per dei militari. Dovete recarvi a Cerreto, paese del capobrigante Giordano, punire i suoi parenti e tutti coloro che puzzano di reazionario e dovete fare terra bruciata attorno a quei delinquenti che osano sfidare le mie truppe invincibili. Non aggiungo altro. Vi do carta bianca, siete ufficiali e giudici, potete fucilare chiunque, potete sterminare il paese, raderlo al suolo!.

il generale enrico cialdini 


Carissimo papà, Le notizie delle province continuano a non essere molto liete. Probilmente anche i giornali nostri avranno parlato degli orrori di Pontelandolfo. Gli abitanti di questo villaggio commisero il più nero tradimento e degli atti di mostruosa barbarie; ma la punizione che gli venne inflitta, quantunque meritata, non fu per questo meno barbara. Un battaglione di bersaglieri entrò nel paese, uccise quanti vi erano rimasti, saccheggiò tutte le case, e poi mise il fuoco al villaggio intero, che venne completamente distrutto. La stessa sorte toccò a Casalduni, i cui abitanti si erano uniti a quelli di Pontelandolfo. Sembra che gli aizza tori della insurrezione di questi due paesi fossero i preti; in tutte, le province, e specialmente nei villaggi della montagna, i preti ci odiano a morte, e, abusando infamemente della loro posizione, spingono gli abitanti al brigantaggio e alla rivolta. Se invece dei briganti che, per la massima parte, son mossi dalla miseria e dalla superstizione, si fucilassero tutti i curati (del Napoletano, ben inteso!), il castigo sarebbe più giustamente inflitto, e i risultati più sicuri e più pronti

Tenente gaetano negri

De Marco, oggi assisterai ad una pagina che sarà scritta sui libri di storia; daremo una lezione a questi cafoni, la notizia si spargerà in tutto il Sud che ha osato ribellarsi ai voleri di casa Savoia

Tenente gaetano negri

Questo paese ha seimila abitanti, li voglio tutti morti! Sono tutti contadini, perciò briganti e quindi nemici dei Savoia, nemici del Piemonte, nemici dei bersaglieri, nemici del mondo. Essere nemici della nostra patria è peccato mortale. Morte ai cafoni, morte a questi terroni figli di puttana, andateli a scovare nelle loro tane, nei loro nascondigli, nei pozzi, nelle cisterne. Ammazza teli tutti, senza pietà, uomini, donne, vecchi e bambini, non voglio testimoni, diremo che sono stati i briganti

Tenente gaetano negri

Soldati, oggi avete scritto una pagina memorabile per la storia d'Italia. Vi siete comportati da eroi, da veri soldati. Tutto il ricavato del saccheggiò è vostro e vi sarà concessa pure una breve licenza premio. Forza Italia! Viva l'Italia! Ed ora in marcia verso Benevento, siamo a secco di munizioni e se arrivano i briganti non potremo difenderci, avanti marchhhh!!!

Tenente gaetano negri






Severa lezione a Pontelandolfo “ il colonnello gustavo maze’ de la roche 





“Casalduni e Pontelandolfo sono in cenere, gli assassini sono morti e raminghi” 
il generale enrico cialdini 


Probabilmente anche i giornali nostri avranno parlato degli orrori di Pontelandolfo. Gli abitanti di questo villaggio commisero il più nero tradimento e degli atti di mostruosa barbarie; ma la punizione che gli venne inflitta, seppure meritata non fu meno Barbara” 
Tenente gaetano negri

De Marco, oggi assisterai ad una pagina che sarà scritta sui libri di storia; daremo una lezione a questi cafoni, la notizia si spargerà in tutto il Sud che ha osato ribellarsi ai voleri di casa Savoia

Tenente gaetano negri

Questo paese ha seimila abitanti, li voglio tutti morti! Sono tutti contadini, perciò briganti e quindi nemici dei Savoia, nemici del Piemonte, nemici dei bersaglieri, nemici del mondo. Essere nemici della nostra patria è peccato mortale. Morte ai cafoni, morte a questi terroni figli di puttana, andateli a scovare nelle loro tane, nei loro nascondigli, nei pozzi, nelle cisterne. Ammazza teli tutti, senza pietà, uomini, donne, vecchi e bambini, non voglio testimoni, diremo che sono stati i briganti

Tenente gaetano negri

Soldati, oggi avete scritto una pagina memorabile per la storia d'Italia. Vi siete comportati da eroi, da veri soldati. Tutto il ricavato del saccheggiò è vostro e vi sarà concessa pure una breve licenza premio. Forza Italia! Viva l'Italia! Ed ora in marcia verso Benevento, siamo a secco di munizioni e se arrivano i briganti non potremo difenderci, avanti marchhhh!!!

Tenente gaetano negri


Maggiore, lei avrà sentito parlare di sicuro del doloroso ed infame fatto di Casalduni e Pontelandolfo; ebbene, il generale Cialdini non ordina, ma desidera che quei due paesi debbano fare la fine di Gaeta, ossia devono essere rasi al suolo ed i suoi cittadini massacrati. Ella, Sig. Maggiore, ha carta bianca ed è autorizzata a ricorrere a qualunque mezzo, e non dimentichi che il generale desidera che siano vendicati i soldati del povero Bracci. Infligga a quei due paesi la più severa delle punizioni e ai suoi abitanti faccia desiderare la morte. Ha ben capito?

Il generale piola caselli al maggiore melegari

“Signorsì, so benissimo come si devono interpretare i desideri del generale Cialdini. Sono stato con lui in Crimea e con lui ho fatto tutta la campagna del 1859, cosa devo fare.
Il maggiore melegari di risposta al generale piola caselli


“Possiamo tornarcene a San Lupo il colonnello Negri hadistrutto completamente Pontelandolfo. Ho visto mucchi di cadaveri, forse cinquecento, forse ottocento, forse mille, una vera carneficina!.
Il tenente mancini al maggiore melegari








lunedì 10 gennaio 2022

L’iter dei Soldati Borbonici

  I Soldati borbonici sbandati  furono i primi nel subire il trattamento della Deportazione italiana. 




5/1860- L'esercito napoletano  contava circa 97.000 uomini.




I NAPOLITANI NEL CORPO FRANCO PIEMONTESE

Soldato Antonacci Paolo 
10° Reggimento Fanteria, 
nato a Turi (BA) il 7/9/1836, 
sbandato dopo i fatti d’arme del 1860 e messo alle prigioni semplici


Soldato Antonacci Pietro 
del 5° Reggimento di linea, 
nato a Mottola (TA) il 6/1/1837, 
prigioniero alla resa della cittadella di Messina del 1860, 
denunciato disertore ed arrestato dai Carabinieri Reali a Brescia nel 1861


Soldato Arcuri Rosario 
del 10° Reggimento di linea
nato a S. Agata (CS) il 14/12/1837


Soldato Armagno Francesco 
del 15° Reggimento di linea, 
nato a S. Arsenio (SA) il 12/12/1836, 
dopo i fatti d’arme del 1860 fu dichiarato disertore 
ed arrestato dai Carabinieri Reali e tradotto nelle carceri di Milano



















































80.000 uomini dell'armata Napoletana si rifiutarono di servire il regno del piemonte. 4.000 soldati si ripararono nello stato di venezia, 4.000 soldati valicarono le alpi per rifugiarsi in francia e svizzera, altri attraversarono l'italia per consegnarsi alle autorità pontificie.


11/1860- Le truppe borboniche capitolate a capua era di circa 11.800.


12/1860- L'esercito napoletano era del tutto disciolto, rimaneva un consistente numero a gaeta, altre truppe nella cittadella di messina e nella piazza di civitella del tronto.





12/1860- I prigionieri Napoletani ammontavano a 12.000 uomini.



20/12/1860- Decreto di arruolamento obbligatorio di tutti gli uomini delle provincie napoletane degli anni 1857-1858-1859-1860.


1/1861- I prigionieri Napoletani ammontavano a 24.000.


1/1861- Il numero dei figli al seguito dei padri era stimato in 3.000 unità.

fortezza di fenestrelle


26/1/1861- Il ministero della guerra consta il numero di 
  • 1.700 ufficiali napoletani prigionieri
  • 24.000 soldati napoletani prigionieri.
Il decreto di presentarsi al nuovo esercito fu prorogato dal 3/1/1861 al 1/6/1861 , in questa data si presentarono in 20.000 su 70.000 uomini.

Degli ufficiali superiori in numero di 3.600 solo 927 rinforzarono l'esercito piemontese. 13/2/1861- Finì l'assedio di Gaeta, i  difensori ammontavano a 10.600 uomini di truppa e 920 ufficiali.




14/2/1861- Telegramma del principe eugenio di savoia che da mola comunica al gen. della rocca, l'invio di
  •  2.000 prigionieri a Capri,
  • 800 a Nisida
  • 500 a Baia
  • 800 a Procida
  • 1.000 a Bagnoli
  • altri a Ponza ed Ischia.

15/2/1861- L'Armonia riporta che su 2.500 soldati napoletani solo 311 hanno apposta la firma per l'esercito piemontese.


14/3/1861- Capitolava la fortezza di di Messina l'intera guanigione di 300 uomini comandata dal Generale Fegola,  fu condotta ad ascoli, per poi essere trasferita a bologna.


20/3/1861- Si arrese la fortezza di civitella del tronto.




24/4/1861- Il ministero della guerra ordina che 200 gendarmi e 20 artiglieri prigionieri della fortezza di civitella del tronto siano trasportati a torino ed i 70 veterani ad ancona dove la prima nave li porti a Napoli.

7/1861- I prigionieri Napoletani ammontavano a 32.000.


14/7/1861- Sulla Gazzetta del Popolo c'è scritto " non solamente fucilare ma impiccare, poichè la stessa corda può servire per molti".


25/7/1861- Il giornale L'Armonia riporta :" E' giunto in Genova da Napoli un numeroso stuolo di refrattari e soldati sbandati ex borbonici (circa 200).


14/8/1861- Decreto con il quale il campo di San maurizio canavese accoglieva i soldati napoletani prigionieri.




17/8/1861- Il giornale L'armonia fornisce un elenco dettagliato e quasi completo di alti ufficiali napoletani imprigionati:
  • Marescialli: Giovanni Rodriguez, Gennaro Fergola, Luigi Tabacchi, Rodrigo Afan De Rivera,
  • Generali: Nicola Colucci, Vincenzo Polizzi,
  • Brigadieri: Nicola Antonelli, Giovanni Dorgemont, Emanuele Palumbo,
  • Colonnello: Vincenzo Afan De Rivera,
  • Luogotenenti Generali: Giuseppe Sighrist, Luigi Guillamatta,
  • Maggiore: Pietro Quandel,
  • Capitani: Andrea Dupuy, Luigi Sighrist, Achille Afan de Rivera,
  • Luogotenente: Augusto Sighrist,

22/8/1861- Insurrezione nella fortezza di fenestrelle.


3/9/1861- Il giornale L'Armonia riporta :
"A Rimini il mal umore dei soldati giunge fino alla disperazione di darsi la morte. Parecchi si sono annegati nel mare volontariamente. Sicchè dovettero le autorità porre delle guardie in piccole barchette per impedire simili eccessi".


19/9/1861- Il giornale il Corriere Mercantile scrive:
" Questa mattina, scortati da un distaccamento di linea, giunsero a Genova da Napoli 450 circa ex briganti; saranno mandati a cagliari od a fenestrelle.



8/1862- Stato di assedio in sicilia, ed esteso qualche giorno dopo a tutto il sud e che di fatto continuò anche dopo la sua formale abolizione nel novembre 1862, sfociando poi nelle leggi eccezionali.


9/1862- Il generale piemontese avenati autorizza le sentinelle del carcere a sparare sui detenuti che si affacciano dalle sbarre per parlare con i familiari, ( i colloqui con le famiglie erano vietati), un soldato fu ucciso.



6/10/1862- Il Corriere delle Marche riporta che i militari napoletani rinchiusi nelle carceri sono 600 stipati gli uni sugli altri.

12/12/1862- Sulla Gazzetta Di Napoli viene riportata una lettera dei detenuti Napoletani indirizzata all'onorevole ricciardi:

" Signori. In nome dell'umanità supplichiamo giustizia pei poveri chiusi in questo serraglio di Napoli come tante fiere. Da che è venuto il sopraintendente blasio stiamo peggio di prima. Questo ha organizzato una camorra spaventevole. Pochi favoriti hanno il letto, e la maggior parte dei poverelli reclusi sono ignudi e cenciosi, pieni di pidocchi, sulla paglia. Quel poco di pane nerissimo e quel poco di polenta che si da per cibo, per una piccola scusa si leva a quattro o cinquecento al giorno; e se qualche duno parla, o minaccia di ricorrere, è attaccato di mani e piedi per più giorni. Varii infelici compagni, risentiti del mal governo, sono stati attaccati mani e piedi e sospesi in aria col capo sotto, ed uno si fece morire in questa barbara maniera soffocato dal sangue; e molti altri non si trovano più ne vivi ne morti, Se sapessero chi ha scritto questa carta, sarebbe ucciso, come capitò ad un altro povero giovinotto".

1866- Sull'intero territorio nazionale sono dislocati
  • 1.076 carceri giudiziari, dette anche carceri preventive di cui
  • 142 circondariali e 
  • 943 mandamentali
  • 35 case di pena
  • 24 bagni penali ove sono stipati i condannati ai lavori forzati 
  • 24 case di detenzione e case agricole per minorenni.

Complessivamente accolgono
  • 63.162 detenuti così suddivisi

  1. 41.142 nelle carceri giudiziarie
  2. 8.021 nella case di pena
  3. 12.570 nei bagni penali
  4. 1.429 nelle case di detenzione e agricole

Si aggiungono 
  1. 3.000 detenuti nei reclusori militari
  2. 4.171 condannati a domicilio coatto

la popolazione carceraria ammonta complessivamente a:
  •  73.333 unità

Dati ufficiali tratti dal Bilancio del Ministero degli Interni del 1866.


Prigioni che tenevano in detenzione i soldati Napoletani:
  • Santa Maria Apparente-Napoli-
  • Concordia-Napoli-
  • Vicaria-Napoli-
  • Santa Maria Agnone (accoglieva le donne)-Napoli-.
  • Portici




Delle carceri circondariali esistenti nelle sedi di corte di appello 
  • 18 sono in "buone condizioni"
  • 18 in "condizioni tollerabili"
  • in "pessime condizioni" (cosenza, sala a vallo, isernia, ravenna, camerino, mistretta, patti, brindisi)
  • in "tristi condizioni" ( torino, genova, chiavari, sassari, lodi, perugia, firenze, potenza)
  • "insalubri" ( alba, pinerolo, saluzzo, varese, sondrio, bozzolo, cuneo, ivrea, susa, varallo, castelnuovo garfagnana, lanusei, oristano, nuoro, tempio, milano, breno, crema, borgotaro, piacenza, fermo, orvieto, volterra, larino)
  • in "cattive condizioni"  ( benevento, lagronegro, avezzano, catanzaro, palmi, nicosia)
  • "eccessiva promiscuità fra  detenuti" ( domodossola, massa, alessandria, bobbio, lecco, brescia, pistoia) e così via.
La situazione è identica dappertutto:migliaia di cittadini sono gettati ad imputridire in carceri simili a fogne dove vengono rinchiusi senza fare distinzione di sorta tra giovani ed anziani, uomini e donne, delinquenti comuni e politici, assassini e ladri con semplici sospettati o sacerdoti e religiosi.

Si condanna su denunce senza elementi, senza difese e per vaghi motivi ed inattendibili sospetti; si tengono i detenuti in attesa di giudizio senza interrogarli per mesi e mesi senza nemmeno informarli dei capi di imputazione.



Nelle prigioni piemontesi è in vigore la punizione detta del "bastone", gli esecutori materiali sono detenuti detti "mozzi", scelti per buona condotta, essi godono di acquavite e di 12 centesimi al giorno. Il condannato viene legato ad un banco con forti correggie di cuoio dal corregidore che gli impartisce il numero delle bastonate.









SOLDATI BORBONICI NELLA GUERRA DI SECESSIONE AMERICANA

Durante il periodo della guerra di secessione americana, ex soldati borbonici prigionieri, furono reclutati nell'esercito confederato col benestare del governo piemontese che cercava qualsiasi soluzione al problema dei prigionieri. Il reclutamento iniziò con l'arrivo a Napoli dell’americano Chatham Roberdeau Wheat il 14 ottobre 1860, a bordo della nave Emperor assieme ai 650 uomini della legione britannica. Il Generale Wheat aveva come aiutante il Capitano Bradford Smith Hoskiss, veterano dell'esercito britannico. Il Generale Wheat fece richiesta a Garibaldi, di poter reclutare prigionieri e sbandati dell'esercito Borbonico da inviare in Louisiana. Garibaldi incaricò Liborio Romano (ex ministro degli Interni del regno delle Due Sicilie), di assistere il Capitano Hoskiss nel reclutamento. L'esodo fu organizzato e divenne operativo con le prime partenze nel dicembre 1860 e nei primi mesi del 1861, delle navi Charles & Jane, Utile, Olyphant, Franklin, Washington, Elisabetta e Monroe. Le navi giunsero a New Orleans da gennaio a maggio 1861, prima che il blocco navale del Nord, riducesse considerevolmente il traffico navale ai porti del sud. Le partenze furono poi sospese a seguito della protesta al governo di Cavour, del console Statunitense a Napoli Joseph Chandler. Intanto circa 1800 ex soldati borbonici, erano sbarcati a New Orleans e avviati alle formazioni militari in allestimento della Louisiana. 




Furono organizzati in battaglioni e reggimenti con riferimenti al paese di origine dei soldati, al comando del Generale belga Paul Juge. Così fu organizzato il Battaglione Guardia Italiana (Italian guards btg) con circa 350 effettivi del sesto reggimento, e il Reggimento Cacciatori di Spagna (Cazadores espanoles), di cui faceva parte il Btg Dragoni di Borbone (Bourbon Dragoons) circa 300 effettivi. Ex soldati borbonici e fuggiaschi dalle Due Sicilie, erano comunque un po' in tutte le formazioni militari della Louisiana, com’è evidenziato dalle liste, ed anche in formazioni militari di altri stati del sud, reclutati in tre brigate di Milizia di Stato (Guardia Nazionale) con oltre 8.000 effettivi. 

La maggior concentrazione di ex soldati borbonici e meridionali, furono nel 10° e nel 22° reggimento della Louisiana. 




I restanti ex soldati borbonici e meridionali furono arruolati in diverse unità militari confederate. Una di queste era il 10° reggimento fanteria della Louisiana, organizzato a Camp Moore in Louisiana, dal Colonnello Mandeville De Marigny. Questo reggimento fu immediatamente inviato in Virginia al fronte, ed ebbe un ruolo primario nella vittoria confederata di Manassas, ove i Nordisti furono messi in rotta. 

Il 10° reggimento fanteria della Louisiana aveva un totale di 976 effettivi nel 1861. Alla resa del Generale Lee ad Appomatox il 10/4/1865 erano rimasti solo 18 uomini, di cui Ferri Salvatore, nativo di Licata, dei due reggimenti di linea del regio esercito Borbonico, unico sopravissuto della compagnia I. 



bibliografia:








L’esercito delle due Sicilie

  ⚜️ 1859