I Soldati borbonici sbandati furono i primi nel subire il trattamento della Deportazione italiana.
5/1860- L'esercito napoletano contava circa 97.000 uomini.
I NAPOLITANI NEL CORPO FRANCO PIEMONTESE
10° Reggimento Fanteria,
nato a Turi (BA) il 7/9/1836,
sbandato dopo i fatti d’arme del 1860 e messo alle prigioni semplici
del 5° Reggimento di linea,
nato a Mottola (TA) il 6/1/1837,
prigioniero alla resa della cittadella di Messina del 1860,
denunciato disertore ed arrestato dai Carabinieri Reali a Brescia nel 1861
Soldato Arcuri Rosario
del 10° Reggimento di linea
nato a S. Agata (CS) il 14/12/1837
Soldato Armagno Francesco
del 15° Reggimento di linea,
nato a S. Arsenio (SA) il 12/12/1836,
dopo i fatti d’arme del 1860 fu dichiarato disertore
ed arrestato dai Carabinieri Reali e tradotto nelle carceri di Milano
80.000 uomini dell'armata Napoletana si rifiutarono di servire il regno del piemonte. 4.000 soldati si ripararono nello stato di venezia, 4.000 soldati valicarono le alpi per rifugiarsi in francia e svizzera, altri attraversarono l'italia per consegnarsi alle autorità pontificie.
11/1860- Le truppe borboniche capitolate a capua era di circa 11.800.
12/1860- L'esercito napoletano era del tutto disciolto, rimaneva un consistente numero a gaeta, altre truppe nella cittadella di messina e nella piazza di civitella del tronto.
12/1860- I prigionieri Napoletani ammontavano a 12.000 uomini.
20/12/1860- Decreto di arruolamento obbligatorio di tutti gli uomini delle provincie napoletane degli anni 1857-1858-1859-1860.
1/1861- I prigionieri Napoletani ammontavano a 24.000.
1/1861- Il numero dei figli al seguito dei padri era stimato in 3.000 unità.
fortezza di fenestrelle
26/1/1861- Il ministero della guerra consta il numero di
- 1.700 ufficiali napoletani prigionieri
- 24.000 soldati napoletani prigionieri.
Il decreto di presentarsi al nuovo esercito fu prorogato dal 3/1/1861 al 1/6/1861 , in questa data si presentarono in 20.000 su 70.000 uomini.
Degli ufficiali superiori in numero di 3.600 solo 927 rinforzarono l'esercito piemontese. 13/2/1861- Finì l'assedio di Gaeta, i difensori ammontavano a 10.600 uomini di truppa e 920 ufficiali.
14/2/1861- Telegramma del principe eugenio di savoia che da mola comunica al gen. della rocca, l'invio di
- 2.000 prigionieri a Capri,
- 800 a Nisida
- 500 a Baia
- 800 a Procida
- 1.000 a Bagnoli
- altri a Ponza ed Ischia.
15/2/1861- L'Armonia riporta che su 2.500 soldati napoletani solo 311 hanno apposta la firma per l'esercito piemontese.
14/3/1861- Capitolava la fortezza di di Messina l'intera guanigione di 300 uomini comandata dal Generale Fegola, fu condotta ad ascoli, per poi essere trasferita a bologna.
20/3/1861- Si arrese la fortezza di civitella del tronto.
24/4/1861- Il ministero della guerra ordina che 200 gendarmi e 20 artiglieri prigionieri della fortezza di civitella del tronto siano trasportati a torino ed i 70 veterani ad ancona dove la prima nave li porti a Napoli.
7/1861- I prigionieri Napoletani ammontavano a 32.000.
14/7/1861- Sulla Gazzetta del Popolo c'è scritto " non solamente fucilare ma impiccare, poichè la stessa corda può servire per molti".
25/7/1861- Il giornale L'Armonia riporta :" E' giunto in Genova da Napoli un numeroso stuolo di refrattari e soldati sbandati ex borbonici (circa 200).
14/8/1861- Decreto con il quale il campo di San maurizio canavese accoglieva i soldati napoletani prigionieri.
17/8/1861- Il giornale L'armonia fornisce un elenco dettagliato e quasi completo di alti ufficiali napoletani imprigionati:
- Marescialli: Giovanni Rodriguez, Gennaro Fergola, Luigi Tabacchi, Rodrigo Afan De Rivera,
- Generali: Nicola Colucci, Vincenzo Polizzi,
- Brigadieri: Nicola Antonelli, Giovanni Dorgemont, Emanuele Palumbo,
- Colonnello: Vincenzo Afan De Rivera,
- Luogotenenti Generali: Giuseppe Sighrist, Luigi Guillamatta,
- Maggiore: Pietro Quandel,
- Capitani: Andrea Dupuy, Luigi Sighrist, Achille Afan de Rivera,
- Luogotenente: Augusto Sighrist,
22/8/1861- Insurrezione nella fortezza di fenestrelle.
3/9/1861- Il giornale L'Armonia riporta :
"A Rimini il mal umore dei soldati giunge fino alla disperazione di darsi la morte. Parecchi si sono annegati nel mare volontariamente. Sicchè dovettero le autorità porre delle guardie in piccole barchette per impedire simili eccessi".
19/9/1861- Il giornale il Corriere Mercantile scrive:
" Questa mattina, scortati da un distaccamento di linea, giunsero a Genova da Napoli 450 circa ex briganti; saranno mandati a cagliari od a fenestrelle.
8/1862- Stato di assedio in sicilia, ed esteso qualche giorno dopo a tutto il sud e che di fatto continuò anche dopo la sua formale abolizione nel novembre 1862, sfociando poi nelle leggi eccezionali.
9/1862- Il generale piemontese avenati autorizza le sentinelle del carcere a sparare sui detenuti che si affacciano dalle sbarre per parlare con i familiari, ( i colloqui con le famiglie erano vietati), un soldato fu ucciso.
6/10/1862- Il Corriere delle Marche riporta che i militari napoletani rinchiusi nelle carceri sono 600 stipati gli uni sugli altri.
12/12/1862- Sulla Gazzetta Di Napoli viene riportata una lettera dei detenuti Napoletani indirizzata all'onorevole ricciardi:
" Signori. In nome dell'umanità supplichiamo giustizia pei poveri chiusi in questo serraglio di Napoli come tante fiere. Da che è venuto il sopraintendente blasio stiamo peggio di prima. Questo ha organizzato una camorra spaventevole. Pochi favoriti hanno il letto, e la maggior parte dei poverelli reclusi sono ignudi e cenciosi, pieni di pidocchi, sulla paglia. Quel poco di pane nerissimo e quel poco di polenta che si da per cibo, per una piccola scusa si leva a quattro o cinquecento al giorno; e se qualche duno parla, o minaccia di ricorrere, è attaccato di mani e piedi per più giorni. Varii infelici compagni, risentiti del mal governo, sono stati attaccati mani e piedi e sospesi in aria col capo sotto, ed uno si fece morire in questa barbara maniera soffocato dal sangue; e molti altri non si trovano più ne vivi ne morti, Se sapessero chi ha scritto questa carta, sarebbe ucciso, come capitò ad un altro povero giovinotto".
1866- Sull'intero territorio nazionale sono dislocati
- 1.076 carceri giudiziari, dette anche carceri preventive di cui
- 142 circondariali e
- 943 mandamentali
- 35 case di pena
- 24 bagni penali ove sono stipati i condannati ai lavori forzati
- 24 case di detenzione e case agricole per minorenni.
Complessivamente accolgono
- 63.162 detenuti così suddivisi
- 41.142 nelle carceri giudiziarie
- 8.021 nella case di pena
- 12.570 nei bagni penali
- 1.429 nelle case di detenzione e agricole
Si aggiungono
- 3.000 detenuti nei reclusori militari
- 4.171 condannati a domicilio coatto
la popolazione carceraria ammonta complessivamente a:
Dati ufficiali tratti dal Bilancio del Ministero degli Interni del 1866.
Prigioni che tenevano in detenzione i soldati Napoletani:
- Santa Maria Apparente-Napoli-
- Concordia-Napoli-
- Vicaria-Napoli-
- Santa Maria Agnone (accoglieva le donne)-Napoli-.
- Portici
Delle carceri circondariali esistenti nelle sedi di corte di appello
- 18 sono in "buone condizioni"
- 18 in "condizioni tollerabili"
- in "pessime condizioni" (cosenza, sala a vallo, isernia, ravenna, camerino, mistretta, patti, brindisi)
- in "tristi condizioni" ( torino, genova, chiavari, sassari, lodi, perugia, firenze, potenza)
- "insalubri" ( alba, pinerolo, saluzzo, varese, sondrio, bozzolo, cuneo, ivrea, susa, varallo, castelnuovo garfagnana, lanusei, oristano, nuoro, tempio, milano, breno, crema, borgotaro, piacenza, fermo, orvieto, volterra, larino)
- in "cattive condizioni" ( benevento, lagronegro, avezzano, catanzaro, palmi, nicosia)
- "eccessiva promiscuità fra detenuti" ( domodossola, massa, alessandria, bobbio, lecco, brescia, pistoia) e così via.
La situazione è identica dappertutto:migliaia di cittadini sono gettati ad imputridire in carceri simili a fogne dove vengono rinchiusi senza fare distinzione di sorta tra giovani ed anziani, uomini e donne, delinquenti comuni e politici, assassini e ladri con semplici sospettati o sacerdoti e religiosi.
Si condanna su denunce senza elementi, senza difese e per vaghi motivi ed inattendibili sospetti; si tengono i detenuti in attesa di giudizio senza interrogarli per mesi e mesi senza nemmeno informarli dei capi di imputazione.
Nelle prigioni piemontesi è in vigore la punizione detta del "bastone", gli esecutori materiali sono detenuti detti "mozzi", scelti per buona condotta, essi godono di acquavite e di 12 centesimi al giorno. Il condannato viene legato ad un banco con forti correggie di cuoio dal corregidore che gli impartisce il numero delle bastonate.
SOLDATI BORBONICI NELLA GUERRA DI SECESSIONE AMERICANA
Durante il periodo della guerra di secessione americana, ex soldati borbonici prigionieri, furono reclutati nell'esercito confederato col benestare del governo piemontese che cercava qualsiasi soluzione al problema dei prigionieri. Il reclutamento iniziò con l'arrivo a Napoli dell’americano Chatham Roberdeau Wheat il 14 ottobre 1860, a bordo della nave Emperor assieme ai 650 uomini della legione britannica. Il Generale Wheat aveva come aiutante il Capitano Bradford Smith Hoskiss, veterano dell'esercito britannico. Il Generale Wheat fece richiesta a Garibaldi, di poter reclutare prigionieri e sbandati dell'esercito Borbonico da inviare in Louisiana. Garibaldi incaricò Liborio Romano (ex ministro degli Interni del regno delle Due Sicilie), di assistere il Capitano Hoskiss nel reclutamento. L'esodo fu organizzato e divenne operativo con le prime partenze nel dicembre 1860 e nei primi mesi del 1861, delle navi Charles & Jane, Utile, Olyphant, Franklin, Washington, Elisabetta e Monroe. Le navi giunsero a New Orleans da gennaio a maggio 1861, prima che il blocco navale del Nord, riducesse considerevolmente il traffico navale ai porti del sud. Le partenze furono poi sospese a seguito della protesta al governo di Cavour, del console Statunitense a Napoli Joseph Chandler. Intanto circa 1800 ex soldati borbonici, erano sbarcati a New Orleans e avviati alle formazioni militari in allestimento della Louisiana.
Furono organizzati in battaglioni e reggimenti con riferimenti al paese di origine dei soldati, al comando del Generale belga Paul Juge. Così fu organizzato il Battaglione Guardia Italiana (Italian guards btg) con circa 350 effettivi del sesto reggimento, e il Reggimento Cacciatori di Spagna (Cazadores espanoles), di cui faceva parte il Btg Dragoni di Borbone (Bourbon Dragoons) circa 300 effettivi. Ex soldati borbonici e fuggiaschi dalle Due Sicilie, erano comunque un po' in tutte le formazioni militari della Louisiana, com’è evidenziato dalle liste, ed anche in formazioni militari di altri stati del sud, reclutati in tre brigate di Milizia di Stato (Guardia Nazionale) con oltre 8.000 effettivi.
La maggior concentrazione di ex soldati borbonici e meridionali, furono nel 10° e nel 22° reggimento della Louisiana.
I restanti ex soldati borbonici e meridionali furono arruolati in diverse unità militari confederate. Una di queste era il 10° reggimento fanteria della Louisiana, organizzato a Camp Moore in Louisiana, dal Colonnello Mandeville De Marigny. Questo reggimento fu immediatamente inviato in Virginia al fronte, ed ebbe un ruolo primario nella vittoria confederata di Manassas, ove i Nordisti furono messi in rotta.
Il 10° reggimento fanteria della Louisiana aveva un totale di 976 effettivi nel 1861. Alla resa del Generale Lee ad Appomatox il 10/4/1865 erano rimasti solo 18 uomini, di cui Ferri Salvatore, nativo di Licata, dei due reggimenti di linea del regio esercito Borbonico, unico sopravissuto della compagnia I.
bibliografia: