"Al mattino del mercoledì, giorno 14, riceviamo l’ordine superiore di entrare nel comune di Pontelandolfo, fucilare gli abitanti, meno i figli, le donne e gli infermi, ed incendiarlo. Difatti un po’ prima di arrivare al paese incontrammo i briganti attaccandoli, ed in breve i briganti correvano davanti a noi. Entrammo nel paese: subito abbiamo incominciato a fucilare i preti ed uomini, quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato l’incendio al paese, abitato da circa 4.500 abitanti. Quale desolazione! Non si poteva stare d’intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti, e chi sotto le rovine delle case.
Noi invece durante l’incendio avevamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava, ma che fare? Non si poteva mangiare per la gran stanchezza della marcia di 13 ore: quattordicesima tappa. Fu successo tutto questo in seguito a diverse barbarie commesse dal paese di Pontelandolfo: sentirete, un nido di briganti, e la posta la svaligiava ed ammazzava la scorta, fra i quali l’ultima volta che svaligiarono la posta era scortata da 8 uomini, e pure perirono i 8 soldati, lo stesso fu per il postione e conduttore, e lasciarono in balia cavalli e legno.
Prima di questo poi era successo un caso molto strano al paese: essendo di passaggio in perlustrazione, una compagnia ha pernottato in una chiesa, ed era piena di paglia; i soldati molto contenti col dire: “Questa notte riposeremo un poco”.
Come sia stato, i paesani volerono la sentinella senza il minimo rumore, e l’hanno squartata, tagliata a pezzi, e diedero fuoco alla paglia da un buco di loro conoscenza, quindi che hanno fatto questi poveri soldati? la figura precisamente che facevano adesso loro: abbrustolire dentro. Proprio quale barbaro paese fu questo Pontelandolfo, ma ora si è domesticato per bene.
Mai io potrò esprimere i sentimenti che mi invasero in presenza di quella città incendiata… vie abbandonate, a destra e a sinistra le case erano vuote e annerite : si era dato il fuoco ai mobili ammucchiati nelle stanze terrene e le fiamme avevano divorato i tetti. Dalle finestre vedevasi il cielo… Poi mi fu vietato di progredire: gli edifici, puntellati, minacciavano di cadere ad ogni istante. Soltanto tre case furono risparmiate per ordine superiore; soltanto tre case in una città di cinquemila abitanti! Chi può dire il dolore di quella città?»
« Mi trassero innanzi un gentiluomo, il Signor Rinaldi, e fui atterrito. Pallido era, alto e distinto nella persona, nobile il volto, ma gli occhi spenti lo rivelavano colpito da una calamità superiore ad ogni umana consolazione. Appena, appena osai mormorare che non così si intendeva da noi la libertà italica. Nulla chiedo, egli disse. E ammutolimmo tutti. Avevo due figli, il primo avvocato e l’altro negoziante. Entrambi quei giovani avevano vagheggiato di lottare per la libertà del Piemonte, e all’udire che approssimavansi i Piemontesi, cosi si chiama nel paese la truppa italiana, correvano festosi ad incontrarli. Ma la truppa procede militarmente. E i due Rinaldi sono presi, forzati a riscattarsi. Poi, tolto loro il danaro, sono condannati a immediata fucilazione. L’uno cadde subito morto, l’altro viveva ancora con nove pallottole nel corpo. L’infelice perì sotto il decimo colpo tirato alla baionetta (moto di orrore in aula). Rinaldi possedeva due case, e l’una di esse spariva tra le fiamme, e appena gli uffiziali potevano spegnere l’incendio che divorava l’altra casa. Rinaldi possedeva altre ricchezze, e, gli erano rapite; aveva altro… e qui devo tacermi, come tacevano davanti a lui tutti i suoi conterranei. Quante scene di orrore! Qua due vecchie periscono nell’incendio, là alcuni sono fucilati. Gli orecchini sono strappati alle donne. I saccomanni frugano in ogni angolo.. Da lontano si vede l’incendio di Casalduni come se l’esterminazione non dovesse avere limite alcuno".
- furono uccisi:
- 🏴☠️Barbieri Raffaele di Pontelandolfo di anni 34 ucciso e seppellito nella chiesa della SS. Annunciata.
- 🏴☠️Biondi Concetta di Pontelandolfo di anni 18 morta uccisa dopo essere stata violentata nella propria casa nel giorno del Incendio e seppellita nella chiesa della SS. Annunciata
- 🏴☠️Biondi Francesco di Pontelandolfo di anni 45 ucciso nella propria casa e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata
- 🏴☠️Biondi Nicola di anni 60 ucciso in mezzo alla strada in tempo del Incendio e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata.
- 🏴☠️Ciaburri Giuseppe di Pontelandolfo di anni 89 bruciato nelle fiamme della propria casa nel giorno del Incendio
- 🏴☠️D'Occhio Libero-Rocco figlio del fu Giuseppe, ed Angela Guerrera di Casalduni di anni 50 è stato ucciso qui in Pontelandolfo, e sepolto nella chiesa della SS. Annunciata
- 🏴☠️Izzo Maria di Pontelandolfo di anni 94 morta arsa nel giorno delI’incendio nella propria casa.
- 🏴☠️Lese Carlantonio di Pontelandolfo di anni 55 morto nell'incendio del paese acciso, e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata
- 🏴☠️Mancini Giovanni di Pontelandolfo di anni 46, marito di Maria Giuseppa Romano nella contrada Cerquelle di questo territorio disgraziatamente è morto ucciso dai Soldati Piemontesi; e fu seppellito nel giorno 17 suddetto mese di Agosto nella Chiesa della SS. Annunciata
- 🏴☠️Perugini Michelangelo di Pontelandolfo, di anni 42, è stato ucciso e bruciato nella propria casa.
- 🏴☠️Pietro Giuseppe S. di Pontelandolfo di anni 28 morto acciso nel giorno del Incendio e sepellito nella chiesa delle SS. Annunciata.
- 🏴☠️Rinaldi D. Francesco di anni 28 di Pontelandolfo morto acciso nel giorno del Incendio e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata
- 🏴☠️Rinaldi Antonio di Pontelandolfo di anni 55 tocco dalle fiamme nell'incendio nella propria casa, e nel grembo della S.M. Chiesa è morto e fu seppellito nella chiesa della SS.Annunciata.
- 🏴☠️Rinaldi Tommaso di Pontelandolfo di anni 25 morto acciso nel giorno del Incendio e sepellito nella chiesa della SS. Annunciata. L'Economo Curato Michelangelo Canonico Caterini
- 🏴☠️San Pietro Pellegrino di anni 36 marito di Giovanna Gianfrancesco di Pontelandolfo morto acciso nel giorno del Incendio del paese e seppellito nella chiesa della SS. Annunciata
- 🏴☠️Santopietro; con il figlio in braccio, stava per scappare, ma fu intercettato dai soldati savoiardi, che gli strapparono il bambino dalle mani e lo freddarono
- 🏴☠️Tedeschi Angelo di S. Lupo, di anni 50, è stato ucciso qui in Pontelandolfo, e sepolto nella chiesa della SS. Annunciata.
- 🏴☠️Vitale Agostino di Crispano, di anni 38 morto ucciso nella propria casa e seppellito nella chiesa della SS. Annunciata il giorno dopo, e sagramentato dal Primicerio Nicola Rinaldi
i morti del 14 agosto sono 13, di cui 10 furono uccisi e 3 morirono bruciati. I morti bruciati sono due anziani: di 94 e 89 anni e uno di 55 anni, che morì dopo due giorni
Il 16 agosto 1861 a Casalduni
- 🏴☠️D'Urso Lorenzo commerciante, fattosi sull'uscio per salutare i soldati, fu crivellato di colpi e poi infilzato dalle baionette
il 18 ottobre 1861, 6 furono fucilati a Pontelandolfo
- 🏴☠️Cifaldi Angelo
- 🏴☠️Ciafaldi Sismondo
- 🏴☠️Nardone Simone
- 🏴☠️De Michele Gennaro
- 🏴☠️Frangiosa Angelo
- 🏴☠️Mongioli Nicola
Il 22 agosto 1861 furono immediatamente fucilati accusati di aver partecipato al massacro dei bersaglieri
- 🏴☠️ Melloni Giovanni di Casalduni di professione sarto
- 🏴☠️Cataudo Michelangelo di San Leucio del Sannio, professione contadino
Il 25 settembre 1861 a Pontelandolfo arrestarono altri quaranta reazionari. Furono processati dal solito tribunale di guerra e dodici di essi furono fucilati:
- 🏴☠️Luciano Donato
- 🏴☠️Perugino Gregorio
- 🏴☠️Barbieri Saverio
- 🏴☠️Guerrieri Domenico detto Mango
- 🏴☠️Sforza Nicola
- 🏴☠️Fusco Domenico
Il 16 e 17 ottobre 1861 a Casalduni e Campolattaro furono catturati 37 reazionari e passati per le armi.
il 18 ottobre 1861 furono fucilati
- 🏴☠️Di Michele Gennaro di Campolattaro
- 🏴☠️Frangiosa Angelo di Campolattaro
- 🏴☠️Magioli Nicola di Campolattaro
- 🏴☠️Cifaldi Sigismondo di Casalduni
- 🏴☠️Cifaldi Angelo di Casalduni
- 🏴☠️Nardone Simone di Casalduni
Il Popolo d'Italia, giornale filo governativo e quindi interessato a nascondere il più possibile la verità sui morti, indicò in 🏴☠️164 le vittime di quell'eccidio.
- 🏴☠️Lanara Giuseppe di mesi 3
- 🏴☠️Angelillo Angela di anni 1
- 🏴☠️Bradaglio Anna di anni 2
- 🏴☠️Capodiferro Cataldo di anni 1 e mesi 8
- 🏴☠️Castellaneta Maria Rosaria di anni 2
- 🏴☠️De Maristis Domenico di anni 3
- 🏴☠️Devota Lucia di mesi 4
- 🏴☠️Donvito Francesco di anni 1
- 🏴☠️Fumento Orazio di anni 1
- 🏴☠️Gisotti Rosa 1 anno e mesi 2
- 🏴☠️Indellicati Pasquale di mesi 10
- 🏴☠️Lamonte Domenico mesi 6
- 🏴☠️Lippolis MARIA di anni 2
- 🏴☠️Lotito Pasqua di anni 1
- 🏴☠️Mosite Domenico di anni 1
- 🏴☠️Nicastri Antonio di giorni quattordici
- 🏴☠️Pellegrino Giuseppe di anni 1 e mesi 6
- 🏴☠️Piemontese Concetta di mesi 5
- 🏴☠️Prestigio Angela Maria Addolorata di anni 1
- 🏴☠️Santojemma Nicolò di anni 1
- 🏴☠️Vassallo Francesco di mesi 5
Arrivano i “fratelli” italiani…MISFATTI E ORRORI
Regno il 30 giugno 1861, comportava l’allontanamento per sette lunghi anni di tanti giovani dalle loro famiglie e dalle loro terre. Per scappare da questa norma ingiusta tantissimi ragazzi si nascosero nei boschi e nelle colline intorno alla città, ma non potendo vivere a lungo in quelle condizioni disagiate, il 2 gennaio 1862 decisero di insorgere contro i piemontesi.
Così, alle 14 di una gelida giornata invernale, più di 450 giovani, armati di qualsiasi cosa avessero trovato per le strade, entrarono nella città di Castellammare e diedero l’assalto alla sede del commissario di leva Bartolomeo Asaro e del comandante della Guardia Nazionale Francesco Borruso. I piemontesi risposero immediatamente e da Palermo furono mandati interi battaglioni di bersaglieri coadiuvati da ben due navi da guerra che approdarono nel porto della città.
Il corpo di spedizione era comandato dal generale Quintini, famoso per essere tra i più crudeli e spietati nell’isola, e invase immediatamente il paese. Gli insorti furono costretti a fuggire e tornarono a nascondersi nei boschi, mentre centinaia di popolani, abitanti del posto, cercarono rifugio in campagna. Proprio in quel momento avvenne uno degli episodi più drammatici di tutta la storia risorgimentale: mentre i bersaglieri perlustravano i dintorni di Castellammare, nella contrada Falconiera, trovarono un gruppo di cittadini, tra cui il parroco del paese, che si erano rifugiati lì per paura, e il generale Quintini dopo un interrogatorio sommario, diede ordine di fucilare tutta quella gente, senza processo e con l’accusa di essere parenti degli insorti.
Nel frattempo, i soldati udirono i pianti di una bambina che aveva avuto la sfortuna di trovarsi nelle vicinanze, la presero di peso e la posero, ancora col viso bagnato dalle lacrime, di fronte al plotone di esecuzione. Era il 3 gennaio del 1862, il vento spazzava le lustri divise e faceva svolazzare le “penne” dei bersaglieri, in quel momento chissà quali furono i pensieri di quella bambina che si era trovata per caso di fronte a uomini con strani cappelli pennuti che le puntavano i fucili e che parlavano in una strana lingua. Chissà se in quel momento si rese conto di stare vivendo i suoi ultimi attimi, e se con matura consapevolezza riportasse alla memoria quando giocava per i prati o quando aiutava la madre a cucire.
Caretto Donata alias Scopellina da S. Giorgio la Molara,
di professione lavandaia: ha 88 anni, il 2 luglio 1864 i soldati la portano in aula, dal 14 novembre 1863, è accusata di avere scientemente e di libera volontà dato ricovero, viveri e medicinali al brigante Tocci Nicola della banda Caruso, ferito nello scontro avuto con la pubblica forza nel bosco di Monticchio. Periodo del ricovero: 8 ottobre-14 novembre 1863; luogo: una pagliaia distante un miglio da S. Giorgio la Molara. Nella pagliaia sono stati ritrovati un fucile, un cappotto, una valigia del Tocci, da lui abbandonata prima di lasciare il rifugio. "Vi rendete conto di quello che avete fatto? "Sì, Sig. Presidente!" "Perchè non lo avete denunziato?" "Come facevo in così pochi giorni?" "Avevate tutto il tempo per farlo". Siete condannata ad anni sette di reclusione, da oggi 2 luglio 1864". "Ma Sig. Presidente, ho 88 anni; il Re Vittorio Emanuele II non mi può fare la grazia?" "Volete inoltrare ricorso?" È un vostro diritto. Fatelo al Tribunale supremo di guerra a Torino. (Il ricorso fece presto ad arrivare e presto a tornare. Respinto in data 17 novembre 1864)