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I Soldati in Calabria nel 1860
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Le comitive, le zone operative, gli uomini delle bande....
I loro nomi, i soprannomi, dove nacquero, la loro appartenenza all’esercito borbonico, la loro storia ed il loro epilogo
Il Re di Napoli presso palazzo reale 1859
Largo Mercatello Napoli 1857
Corte criminale Napoli 1856
Prigione della Vicaria a Napoli 1856
Castello nuovo a Napoli 1857
Villa reale a Napoli 1856
A tua difesa briganti, lealisti e reazionari del 1860
Bande, zone operative, capibanda, ex soldati borbonici sbandati, briganti, lealisti e reazionari, che nell'ex Regno delle due Sicilie dal 1860 per dieci anni, si ribellarono all'aggressione piemontese. Crocco, Schiavone, Mazzeo e Pilone ex compagni durante la leva borbonica, Ninco Nanco, lo Sturno, Caruso, Schiro’, Secola, Scarapecchia, Manzo, Maratea, La Gala ed i componenti delle loro bande, raccontati attraverso le loro azioni e la loro storia. Buona lettura
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"Carlo di Borbone entra a Napoli da Porta Capuana"
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EBOOK
Libro che cerca di essere il più possibile esaustivo sui soldati che fecero parte dell’esercito del regno di Napoli e del regno delle due Sicilie, dal 1735 al 1860 con la fine del regno. Nel presente volume sono raccolti i nomi e le informazioni al momento raccolte di 20.000 soldati. Nel libro ci sono anche le immagini di una parte di essi.
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FAI GIRARE LA TUA ECONOMIA
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Dal QUOTIDIANO LA SICILIA DEL 7 APRILE 2018.
I PRINCIPI DI BORBONE NELLA TERRA DEGLI AVI:
«LA POLITICA? PIÙ CORTEGGIATI CHE TENTATI»
PALERMO - «Oggi il Sud è molto cambiato, la situazione è confusa, noi Borbone siamo sempre stati più corteggiati che tentati dalla politica». Cosi il principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, dinastia che al Sud ha regnato dal 1734 al 1861, oggi in visita a Palermo per iniziative di solidarietà, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di commentare il successo elettorale di Lega e Cinquestelle in Sicilia. «Oggi ci sono tanti problemi - ha aggiunto - e non sappiamo ancora cosa accadrà nei prossimi giorni; è una questione complessa».
«L'ultima volta che sono stato in Sicilia è stato un anno fa, ma vengo qui da quando sono bambino. Per me è sempre una grande emozione, trovo che il Meridione sia una bellissima realtà, anche se i problemi al Sud sono tanti, sono legati alla povertà, alla disoccupazione giovanile, i migranti. Abbiamo scelto di fare tappa alla missione di Biagio Conte perché riteniamo che qui fratel Biagio ha creato una realtà concreta di vero aiuto e integrazione». Accompagnato dalla sorella Beatrice, gran prefetto dell’ordine Costantiniano, il principe Carlo e la principessa Beatrice hanno donato due tonnellate di pasta alla missione di Biagio Conte che «ospita più di un migliaio di uomini, un centinaio di donne e 25 bambini», spiega don Pino.
Domani i reali faranno tappa alla missione femminile per donare alimenti per la prima infanzia, giochi e pannolini, in un week end costellato di iniziative a sostegno dei meno fortunati del Sud.
La principessa Beatrice e il principe Carlo hanno visitato poi i locali della missione ancora in costruzione e la chiesa realizzata dai volontari, «il portone di ingresso è stato realizzato da un fratello sordomuto - spiega don Pino - a terra sul pavimento, campeggiano tre simboli delle religioni cristiana, ebraica, e musulmana. Dentro, un grande fonte battesimale all’ingresso ricorda a chi entra i doveri di chi è battezzato». Nel corso della visita anche un incontro caloroso e una stretta di mano tra i principi e uno dei volontari storici della missione, «Jimmy, musulmano di Marrakech e tappezziere che ha lavorato agli arredi della chiesa». Il tour è poi proseguito a Monreale per altre attività di solidarietà con l’ordine costantiniano.
«Ieri siamo stati accolti dal presidente della regione Nello Musumeci che ci ha parlato dei problemi della Sicilia - ha aggiunto il principe -. È stato un incontro molto gradevole, speriamo di rivederci presto per trovare cambiamenti molto positivi». Al termine della giornata di ieri, la visita allo Steri, sede del rettorato universitario, dove sono stati ricevuti dal rettore Fabrizio Micari. «Per me è sempre una grande emozione tornare qui», ha detto Carlo di Borbone, prima di proseguire la visita a Monreale, da dove nel 2013 è partito il progetto di solidarietà «Briciole di salute» per altre iniziative a sostegno dei meno fortunati. Il principe e la sorella, hanno pranzato insieme alle 17 anziane ricoverate alla casa di riposo «Benedetto Balsamo» di Monreale. Con loro, monsignor Michele Pennisi, il sindaco di Monreale Piero Capizzi, e per un breve saluto, l’assessore regionale Lagalla. Il menù partiva dagli antipasti di panelle e caponata per finire con la cassata siciliana; in mezzo anelletti al forno e arista di maiale alla boscaiola. «Il progetto Briciole di salute ha permesso di aiutare a Monreale 40 famiglie e 17 anziani, i reali di Borbone da sempre hanno mostrato grande sensibilità verso questa iniziativa - ha detto l’arcivescovo Pennisi - Per le nostre anziane ospiti sarà un onore sentirsi coccolate dalla loro presenza». Dopo il pranzo, l’inaugurazione dello spazio antistante la chiesa di Maria SS degli Agonizzanti, affidato alla delegazione costantiniana in Sicilia. Al termine delle investitura, l'inaugurazione dello stemma borbonico del 1700 realizzato da Ignazio Marabitti, ora pulito e restaurato. Domani la tappa conclusiva all’orto botanico dove la duchessa di Castro ha donato un’opera d’arte, un cactus d’oro.